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Accrual segue il criterio patrimonialista non redditualista

L’impostazione della riforma contabile PNRR 1.15 (in realtà nasce ben prima del PNRR dalla direttiva U.E. 85/2011) Accrual, che applica i principi contabili internazionali pubblici, è di tipo PATRIMONIALISTA, non redditualista, ovvero segue le linee del sistema patrimoniale, pur rimarcando differenze rispetto al sistema patrimoniale puro teorizzato dall'economista Fabio Besta a inizio secolo scorso.

Questa è la spiegazione, come rimarcato nei nostri numerosi Webinar e Seminari, di alcune scelte contabili che apparentemente sembrano lontane dalla realtà operativa, sicuramente lontane dall’impostazione del Dlgs 118/2011 che ci porta oggi a porre particolare attenzione al risultato economico, al punto da sospendere, con una certa intensità, ricavi e costi che non esprimono la corretta competenza economica (es. tributi di scopo e trasferimenti vincolati) e da cercare sempre la correlazione costi / ricavi.

L’enorme differenza espressa da Accrual nella registrazione contabile dei contributi in conto capitale rappresenta una delle tante spiegazioni del cambiamento epocale che andremo a vivere, posto il sistema, da anni adottato dagli enti, di sterilizzare tramite imputazione di provento pluriennale le quote di ammortamento dell’opera finanziata con il contributo stesso. Tale sterilizzazione in Accrual non sarà più effettuata e il provento da contributo si imputerà sull’esercizio in cui si verifica la condizione o comunque si riferisce il contributo.

Il Sistema Patrimoniale ha l’obiettivo di rappresentare la situazione del patrimonio dell’ente, cioè l’insieme delle attività, passività e il patrimonio netto in un determinato momento. Le variazioni sono classificate come variazioni attive e passive e la gestione è vista come una successione di variazioni del patrimonio.

L’equazione fondamentale è: ATTIVITA’ = PASSIVITA’ + PATRIMONIO NETTO

Il sistema patrimoniale analizza e registra le operazioni di gestione in funzione della loro incidenza o meno sull’entità del patrimonio; solo di riflesso si analizzano gli effetti di tali operazioni sul reddito di esercizio (termine non adatto alla pubblica amministrazione). Il metodo reddituale, invece, analizza e registra le operazioni di gestione in funzione della loro incidenza o meno sul reddito di esercizio e solo di riflesso analizza gli effetti di tali operazioni sul patrimonio aziendale.

Il Sistema reddituale quindi – largamente più diffuso e studiato nei corsi di economia aziendale – si pone l’obiettivo di rilevare il reddito d’esercizio, cioè il risultato economico (utile o perdita) derivante dalla gestione, mettendo in relazione costi e ricavi. Si concentra sulla dinamica economica dell’ente e le variazioni sono classificate come costi e ricavi, in vista di un processo di formazione del reddito.

Nell’ente pubblico non ci si può fermare a costi / ricavi, pur contabilizzati nelle operazioni di scambio, ma occorre andare, oltre evidenziando in particolare proventi / oneri, relativi ad operazioni non di scambio, che sono certamente la parte preponderante. Inoltre il termine reddito non si addice all’ente pubblico se per reddito intendiamo la creazione di ricchezza, perché nell’ente pubblico la creazione di ricchezza avviene in modo ben diverso rispetto all’azienda privata, posta l'incidenza dei trasferimenti.

Per questo nell’ente pubblico è opportuno distinguere i termini rispetto al contesto aziendalistico ed anche il risultato economico positivo, da sempre definito utile, è in realtà da intendersi come AVANZO ECONOMICO.


Delfino & Partners affianca gli enti pubblici nell'attuazione della
riforma contabile ACCRUAL