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ANAC sanziona Azienda Sanitaria Provinciale per gravi carenze nel controllo del servizio

L'Autorità Nazionale Anticorruzione ha accertato numerose criticità nella gestione del servizio di lavanolo dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, evidenziando un sistema di controlli inadeguato e la mancanza di un valido titolo contrattuale per un appalto del valore di oltre 7,6 milioni di euro.

Con delibera n. 322 del 30 luglio 2025, l'ANAC ha concluso un'indagine conoscitiva che ha fatto emergere "diversi profili di anomalia e criticità" nella gestione del servizio di lavanolo affidato ad una società per il periodo 2022-2026.

L'indagine ha rivelato che l'ASP non ha mai proceduto alla formale emissione dell'Ordinativo di fornitura, documento essenziale previsto dalla Convenzione stipulata dalla Stazione Unica Appaltante della Regione. Questo atto è necessario per determinare i quantitativi stimati, le tempistiche di avvio e le specifiche operative del servizio, rendendo incerta l'attivazione dei diritti e obblighi reciproci tra le parti.

Come stabilito dalla normativa sui contratti pubblici, la forma scritta è prescritta a pena di nullità per tutti i contratti pubblici, principio confermato dalla giurisprudenza che ha chiarito come la documentazione costituita da semplici note o ordinativi non possa sostituire un valido contratto scritto.

L'Autorità ha accertato che i controlli effettuati dall'ASP durante l'esecuzione del servizio non risultano "adeguatamente strutturati, documentati e svolti in maniera sistematica". Nonostante le numerose segnalazioni di disservizio pervenute fin dai primi mesi di attivazione del servizio (settembre-ottobre 2022), la prima contestazione formale è stata notificata alla società appaltatrice solo il 4 agosto 2023.

Le criticità segnalate riguardavano principalmente: ritardi nelle consegne di biancheria e divise; carenze nella tracciabilità dei materiali; anomalie nella gestione del guardaroba; inadeguatezza delle dotazioni fornite al personale; problemi di igiene e qualità della biancheria

L'ANAC ha evidenziato che sia i Direttori dell'esecuzione che il Responsabile Unico del Procedimento non hanno documentato in modo completo lo svolgimento delle funzioni loro attribuite dagli articoli 101 e 102 del Codice dei contratti pubblici e dal D.M. n. 49 del 2018.

Particolarmente grave è risultato il disallineamento tra l'andamento effettivo del servizio, caratterizzato da numerose criticità, e le dichiarazioni di conformità rese in sede di liquidazione dei corrispettivi, che hanno legittimato i pagamenti nonostante le prestazioni non fossero correttamente eseguite.

Il caso evidenzia l'importanza di un sistema di controlli strutturato negli appalti pubblici, come indicato dall'ANAC nella delibera n. 497 del 23 ottobre 2024, che fornisce indicazioni specifiche alle stazioni appaltanti per l'espletamento dei controlli durante la fase esecutiva degli appalti di servizi e forniture.

La vicenda si inserisce nel più ampio contesto della vigilanza ANAC sui contratti pubblici, con particolare attenzione ai servizi sanitari dove la qualità delle prestazioni ha riflessi diretti sulla salute pubblica e sulla corretta gestione delle risorse pubbliche.