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ANAC sanziona un Ente per violazione del principio di rotazione negli incarichi legali

L'Autorità Nazionale Anticorruzione ha sanzionato un Ente per gravi irregolarità nell'affidamento dei servizi legali, configurando una violazione sistematica dei principi fondamentali che regolano i contratti pubblici. Con delibera n. 335 del 23 luglio 2025, l'Autorità ha accertato che l'amministrazione comunale ha impropriamente qualificato gli appalti di servizi legali, contravvenendo ai principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità.

Il caso riguarda l'affidamento continuativo dei servizi legali a tre avvocati esterni che dal 2011 hanno gestito pressoché l'intero contenzioso dell'ente attraverso quattro convenzioni successive (2011, 2015, 2017 e 2022), con l'ultima prorogata fino al 31 marzo 2026.

Come chiarito dalla giurisprudenza amministrativa, l'affidamento dei servizi legali costituisce un appalto quando la stazione appaltante affidi la gestione del contenzioso in modo continuativo o periodico, diversamente dall'incarico conferito ad hoc che costituisce un contratto d'opera professionale per la trattazione di singole controversie.

Nel caso in questione, i tre professionisti hanno ricevuto oltre 2.100 incarichi in 16 anni, gestendo giudizi civili pendenti innanzi ai Tribunali, Corti di Appello Cassazione, giudizi penali per costituzione di parte civile, giudizi amministrativi pendenti innanzi al TAR e Consiglio di Stato e giudizi civili pendenti innanzi agli Uffici dei Giudici di Pace

Particolarmente grave è risultata la modalità di remunerazione: un corrispettivo mensile fisso di 2.000 euro per ciascun avvocato, "che non tiene in considerazione la quantità né la qualità del servizio prestato", come evidenziato dall'ANAC. Tale sistema, equivalente alla retribuzione annua prevista dal CCNL Funzioni locali per l'Area dei Funzionari, ha determinato "ingiustificate rendite di posizione" in favore dei tre legali.

L'Autorità ha sottolineato che il principio di rotazione degli affidamenti è fondamentale per garantire la concorrenza e prevenire situazioni monopolistiche. Nel caso specifico, "l'elevato numero di conferimenti ai tre professionisti ha determinato ingiustificate rendite di posizione", frustrando il favor partecipationis e violando sistematicamente tale principio.

ANAC ha evidenziato che durante la vigenza del D. Lgs. 50/2016, il Comune di Lamezia Terme ha violato gli articoli 140 e seguenti del Codice relativi agli appalti di servizi legali, nonché i principi fondamentali contenuti negli articoli 4, 17, 30, 35 e 36 del medesimo decreto.

L'Autorità ha dato mandato ai propri uffici di trasmettere la delibera al Dirigente del Settore Avvocatura, al Segretario comunale e RPCT, nonché al Sindaco, richiedendo l'adozione di azioni correttive entro 30 giorni per il superamento delle criticità rilevate. La delibera è stata inoltre trasmessa al Dipartimento della funzione pubblica per le valutazioni di competenza.

Questo caso rappresenta un esempio paradigmatico delle distorsioni che possono verificarsi quando le amministrazioni pubbliche non rispettano i principi di trasparenza e concorrenza nell'affidamento dei servizi professionali. Come sottolineato dall'ANAC, "per esternalizzare i servizi legali è imprescindibile rispettare i principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità senza tralasciare il principio di rotazione degli incarichi".

La vicenda evidenzia inoltre l'importanza della vigilanza dell'Autorità nel garantire il rispetto delle regole di concorrenza anche negli affidamenti esclusi dall'evidenza pubblica, confermando che l'ANAC vigila sui contratti pubblici nonché sui contratti esclusi dall'ambito di applicazione del Codice, come stabilito dall'articolo 222, comma 3, del nuovo Codice dei contratti pubblici.