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Compensi per commissioni di concorso pubblico: quando sono redditi assimilati

La Risposta n. 154/2025 analizza il trattamento fiscale delle somme erogate al Presidente della commissione giudicatrice in un concorso pubblico, chiarendone il profilo soggettivo ed oggettivo di applicazione.

Si tratta di una fattispecie sulla quale spesso sorgono dubbi per via della distinzione, tra i redditi assimilati, tra i compensi “per l’esercizio di pubbliche funzioni” (lettera f) e per la “partecipazioni a commissioni” (lettera c-bis) che hanno un trattamento differente nel caso in cui chi li percepisca sia o meno un professionista.

Nel caso di specie, il compenso è erogato da una Autorità ad un docente in pensione che però è titolare di partita IVA, svolgendo l’attività di professionista, come ingegnere.

Ripercorrendo la distinzione tra le varie ipotesi dell’art. 53 c. 1 del TUIR, l’Agenzia delle entrate chiarisce che i compensi per la partecipazione a commissione per concorsi pubblici rientrano nella nozione di “pubbliche funzioni” di cui alla lettera f). Tuttavia, nel caso di specie, l’Autorità non rientra tra i soggetti ivi menzionati (Stato ed enti locali) e di conseguenza, si ricade nel contesto più generale della lettera c) bis che fa rientrare i compensi nel reddito dipendente assimilato o nel lavoro autonomo a seconda del fatto che siano necessarie conoscenze tecnico-giuridiche direttamente collegate all'attività professionale svolta abitualmente.

Analizzando quindi gli atti, l’Agenzia conferma che la nomina è stata fatta più per la qualifica di docente, in pensione, che per quella di ingegnere in attività. Di conseguenza, il compenso non è attratto nel lavoro autonomo bensì in quello da lavoratore dipendente assimilato.

Ricordiamo invece che i compensi percepiti per l'esercizio di pubbliche funzioni, anche se corrisposti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni, rimangono comunque attratti nell'ambito del reddito di lavoro autonomo se il percettore esercita un'arte o professione ai sensi dell'articolo 53, comma 1, del Tuir, o in quello di impresa (se imprenditore), con obbligo quindi di fatturazione del compenso secondo il relativo regime fiscale.