Contratti pubblici: successione di leggi nel tempo
Il Consiglio di Stato, con una recente pronuncia, ha ribadito l'importante principio dell'irrilevanza dello ius superveniens nei contratti pubblici, con particolare riferimento alla fase esecutiva degli stessi.
La sentenza n. 655/2025 ha affrontato il tema nell'ambito di una controversia relativa a una procedura di interpello, confermando che la disciplina applicabile è quella vigente al momento della pubblicazione del bando di gara.
Come evidenziato dai giudici di Palazzo Spada, questo orientamento è ormai consolidato nella giurisprudenza amministrativa, che esclude che lo ius superveniens possa avere effetti diretti sul procedimento di gara e sulla successiva fase esecutiva. La ratio è quella di tutelare i principi di certezza, buon andamento e par condicio tra i concorrenti, evitando che le regole possano essere modificate in corso d'opera.
Il principio trova conferma anche nella disciplina transitoria contenuta sia nel d.lgs. 163/2006 che nel d.lgs. 50/2016, i quali hanno espressamente previsto che le nuove disposizioni si applicano solo alle procedure bandite dopo la loro entrata in vigore.
Come richiamato nella sentenza n. 812/2024 del TAR Catania, "nelle gare pubbliche la procedura di affidamento è soggetta alla normativa vigente alla data di pubblicazione del bando, in conformità al principio tempus regit actum ed alla natura del bando di gara, quale norma speciale della procedura che vincola la condotta delle imprese partecipanti, così come della pubblica amministrazione".
La pronuncia del Consiglio di Stato rappresenta quindi un'importante conferma di questo consolidato orientamento, fornendo un chiaro riferimento interpretativo per gli operatori del settore sulla disciplina applicabile nelle diverse fasi delle procedure di affidamento dei contratti pubblici.