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Criteri premiali e parità di genere

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fornito importanti chiarimenti sull'applicazione dei criteri premiali volti a favorire la parità di genere negli appalti pubblici, attraverso il parere emesso in data 23 giugno 2025.

La questione sottoposta al MIT riguardava l'ambito di applicazione dell'articolo 108 comma 7 del D. Lgs. 36/2023, che prevede criteri premiali per promuovere la parità di genere, e se tali disposizioni si applicassero anche agli appalti di forniture o fossero limitate agli appalti di servizi, forniture con posa in opera e lavori, come indicato nell'articolo 57 comma 2-bis e nell'allegato II.3.

Il Ministero ha chiarito che l'articolo 108 comma 7 del Codice dei Contratti Pubblici stabilisce che "Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all'articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198".

Secondo l'interpretazione ministeriale, si tratta di un precetto di carattere generale che non specifica l'ambito oggettivo di applicazione in termini di tipologia di appalto (lavori, servizi, forniture), lasciando intendere una applicabilità estensiva a tutte le procedure in cui vi sia valutazione dell'offerta con criteri di aggiudicazione diversi dal solo prezzo.

Il parere del MIT conferma quindi che i criteri premiali per la parità di genere previsti dall'articolo 108 comma 7 del D.Lgs. 36/2023 si applicano non solo agli appalti di servizi, forniture con posa in opera e lavori, ma anche agli appalti di forniture semplici, purché la procedura preveda una valutazione dell'offerta basata su criteri diversi dal mero prezzo più basso.

Questa interpretazione estensiva è coerente con l'obiettivo generale del legislatore di promuovere la parità di genere attraverso gli strumenti della contrattualistica pubblica, utilizzando la leva degli appalti per incentivare comportamenti virtuosi da parte delle imprese in materia di pari opportunità.

Le stazioni appaltanti dovranno quindi prevedere nei propri bandi di gara, indipendentemente dalla tipologia di appalto, specifici punteggi premiali per le imprese in possesso della certificazione della parità di genere, contribuendo così alla realizzazione degli obiettivi di parità di genere attraverso le politiche di procurement pubblico.