Diritto di accesso civico generalizzato agli atti: le indicazioni di ANAC
L'Autorità Nazionale Anticorruzione ha ribadito con chiarezza i principi fondamentali che governano l'accesso civico generalizzato, confermando che questo diritto spetta a "chiunque" senza necessità di dimostrare un interesse specifico o di fornire motivazioni particolari. Il parere anticorruzione approvato dal Consiglio dell'Autorità il 9 luglio 2025, in risposta ai quesiti di un'Unione di Comuni del Centro Italia, rappresenta un importante chiarimento su uno degli istituti più significativi della trasparenza amministrativa italiana.
Come evidenziato dall'ANAC, l'accesso civico generalizzato si configura come "una forma di accesso non condizionato dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti ed avente ad oggetto tutti i dati e i documenti e informazioni detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli per i quali è stabilito un obbligo di pubblicazione". Questa definizione, che trova fondamento nell'articolo 5 del decreto legislativo 33/2013, delinea un diritto che risponde a un principio generale di trasparenza e intende garantire forme diffuse di controllo sull'azione amministrativa.
Il parere ANAC sottolinea efficacemente come l'accesso generalizzato si distingua dall'accesso civico "semplice" in quanto non è limitato a dati, documenti ed informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria ed è improntato alla più ampia conoscibilità. I soli limiti che incontra sono "il rispetto della tutela degli interessi pubblici e/o privati indicati all'art. 5 bis, commi 1 e 2" e "delle norme che prevedono specifiche esclusioni (art. 5 bis, comma 3)".
Uno degli aspetti più significativi del parere ANAC riguarda la valutazione dell'interesse privato sotteso all'istanza di accesso. L'Autorità richiama l'Adunanza Plenaria n. 10/2020, che ha sottolineato come "la circostanza che l'interessato non abbia un interesse diretto, attuale e concreto ai sensi dell'art. 22 della l. n. 241 del 1990, non per questo rende inammissibile l'istanza di accesso civico generalizzato, nata anche per superare le restrizioni imposte dalla legittimazione all'accesso documentale".
Il principio ribadito da ANAC è chiaro: l'interesse del richiedente non deve essere oggetto di valutazione da parte dell'amministrazione, "tenuto conto che la norma riconosce a 'chiunque' il diritto di accesso senza doverne spiegare le ragioni". Come precisato dall'Adunanza Plenaria, l'interesse "non necessariamente deve essere altruistico o sociale né deve sottostare ad un giudizio di meritevolezza, per quanto, come detto, certamente non deve essere pretestuoso o contrario a buona fede".
Il parere ANAC del 9 luglio 2025 si inserisce in un quadro normativo e giurisprudenziale ormai consolidato che riconosce nell'accesso civico generalizzato uno strumento fondamentale di democrazia partecipativa e controllo diffuso sull'attività amministrativa. La chiarezza delle indicazioni fornite dall'Autorità dovrebbe contribuire a ridurre i contenziosi e a favorire una più corretta applicazione dell'istituto da parte delle amministrazioni pubbliche.