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Fondo crediti dubbia esigibilità, l’Anci chiede la riduzione

Nelle proposte di emendamento inoltrate dall’Anci in merito al ddl Atto Senato 1766 di conversione in legge del Decreto Legge 18/2020 "Cura Italia", spiccano alcuni suggerimenti per il nostro legislatore che porterebbero notevole ossigeno finanziario alla precaria situazione di parte corrente degli enti locali.

Uno di questi è sicuramente la proposta volta a ridurre, in via straordinaria, l’accantonamento in conto competenza 2020 della quota di Fondo crediti dubbia esigibilità, calcolata sul tasso medio di probabile insolvenza delle nuove entrate correnti a Titolo I e a Titolo III entrata.

L’Anci propone, con comprensibile insistenza, di ridurre l’accantonamento al 60% della cifra derivante dai noti metodi di calcolo di cui esempio n.5 principio contabile applicato di competenza finanziaria potenziata. L’emendamento proposto è il seguente: 1. Per l’anno 2020, in considerazione degli effetti finanziari dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, gli enti locali, in deroga al punto 3.3 dell'allegato 4/2, recante il «Principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria», annesso al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, possono determinare l’accantonamento da effettuare nel bilancio di previsione 2020 e 2021 a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità in misura non inferiore al 60% dell’importo totale. Al citato paragrafo 3.3 dell’allegato 4/2, dopo le parole: "salva la facoltà prevista per gli esercizi dal 2015 al 2018" sono aggiunte le seguenti: "e per gli esercizi 2020 e 2021, in base alle norme pro tempore vigenti"