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La riduzione delle autorizzazioni di spesa non può attendere

L’analisi puntuale e la proiezione al 31.12.2020 degli equilibri in fase di gestione preoccupano gli uffici finanziari e gli amministratori degli enti locali.

Il calo sulle entrate extratributarie, tariffe sui servizi a domanda individuale, parcheggi, multe, fitti in primis, e sulle entrate tributarie, Tosap, Tari, Imposta di soggiorno in primis, in attesa dell’IMU, sta assumendo dimensioni notevoli, non compensato dal leggero calo della spesa corrente, che tra l’altro ha pure subito una crescita in alcuni capitoli (basta pensare alle spese per le pulizie e la sanificazione).

Dietro l’angolo c’è la rinegoziazione dei mutui, che tuttavia non può essere attuata su tutti i mutui, in particolare quelli con scadenza a tre/quattro anni, per non diventare troppo onerosa, ma che può consentire una diminuzione di risorse correnti nel breve termine. Poi c’è il maxi ristoro sulle minori entrate tributarie del DL rilancio, che tuttavia sembra inferiore alle proiezioni dell’Anci sulle minori entrate post Covid. Poi ancora ci vuole il coraggio di fermare la spesa non strettamente attinente allo svolgimento delle funzioni fondamentali dell’ente locale, dalle manifestazioni culturali e turistiche ai contributi fuori dai limiti strettamente sociali.

Le ragionerie si impegnano come sempre al massimo per far capire che non bisogna guardare solo alla differenza tra lo stanziato e l’impegnato (parte corrente) per capire quanto ancora si può impegnare, perché quel dato dipende dall’accertato e dall’accertabile, anche nel rapporto n – n entrata / spesa, non solo in un rapporto di vincolo. Come pure stanno cercando di spiegare che anche l’accertato inganna se gli incassi ritardano a lungo, facendo penare gli equilibri monetari. Quindi il Fondo crediti dubbia esigibilità deve fare il suo corso, adeguandolo in aumento in corso d’anno.

La prossima tappa che ci attende è l’acconto 2020 dell’IMU, con previsioni purtroppo negative in particolare sulle categorie produttive.

L’art. 153 del Tuel impone ai responsabili di ragioneria di segnalare all’Amministrazione, al Segretario, all’Organo di revisione, possibili pregiudizi sugli equilibri di bilancio, di competenza e di cassa. Ma tale segnalazione obbligatoria è un punto di partenza, non di arrivo. Una volta fatta la segnalazione non si può stare tranquilli pensando "quello che dovevo fare l’ho fatto"; occorre andare avanti, proponendo all’amministrazione una salvaguardia equilibri ex art. 193 Tuel anticipata, magari doppia (giugno e settembre) per sistemare gli equilibri in gestione. E per sistemare gli equilibri in fase di previsione aggiornata altro non si può fare che anticipare l’assestamento abbassando il "tetto" dello stanziato sui valori attuali proiettati a dicembre 2020. La previsione di bilancio di inizio anno è da modificare tempestivamente; guai a fermarsi. Quelle sono autorizzazioni di spesa irrealistiche. Occorre ora ridurre il livello dello stanziato di spesa sul livello di previsione veridica di entrata. In alternativa occorre fare variazione di bilancio per ridurre lo stanziato sui macroaggregati e sui capitoli e aumentare in misura corrispondente lo stanziato sul FCDE.

In altri termini occorre ridurre le autorizzazioni di spesa, abbassando il livello dello stanziato impegnabile (già oggi solo teoricamente impegnabile). Solo in questo modo si può ridurre l’impegnato; a parte l’impegnato automatico derivante da contratti in essere (che si registra con l’approvazione del bilancio), tutto il nuovo "impegnabile" è da ridiscutere con l’amministrazione (o meglio dando supporto all’amministrazione) in funzione delle effettive capacità di entrata