Proroga scissione dei pagamenti al 2023
Con la Proposta di decisione di esecuzione del 22 giugno 2020, la Commissione europea propone al Consiglio la proroga dell'autorizzazione all'Italia ad applicare la scissione dei pagamenti in deroga agli articoli 206 e 226 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto. Con lettera protocollata dalla Commissione il 4 dicembre 2019, l'Italia aveva chiesto la proroga con riferimento alle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate solo a favore delle pubbliche amministrazioni, escludendo le società partecipate. Tuttavia con lettera protocollata dalla Commissione il 27 marzo 2020, l'Italia ha modificato la sua richiesta, chiedendo che l'ambito di applicazione dell'autorizzazione resti identico a quello concesso dalla decisione di esecuzione (UE) 2017/784 del Consiglio. La Commissione autorizza la proroga (portandola però dal 31 dicembre 2023 richiesto al 30 giugno 2023) in quanto "Tale periodo dovrebbe essere sufficiente per effettuare una valutazione completa dell'efficacia delle misure attuate al fine di ridurre l'evasione fiscale nei settori interessati". Inoltre entro tale data le imprese e l'amministrazione fiscale saranno maggiormente in grado di effettuare i necessari adeguamenti dei loro sistemi". Infatti, la Commissione evidenzia che una volta che sia pienamente attuato il sistema costituito dal pacchetto di misure di controllo che l'Italia intendeva applicare all'epoca della deroga (tra cui la fatturazione elettronica), non dovrebbe essere più necessario derogare alla direttiva 2006/112/CE per applicare la scissione dei pagamenti, che comporta, per i fornitori, l'impossibilità di compensare l'IVA a credito con quella a debito, con la possibilità di trovarsi costantemente in una posizione creditoria e dover chiedere un rimborso effettivo di tale IVA all'amministrazione fiscale. L'Italia ha assicurato che non chiederà il rinnovo della deroga che consente l'applicazione del meccanismo di scissione dei pagamenti, ma ora è troppo presto per valutare pienamente l'efficacia di tali misure a causa della loro recente attuazione ed una modifica in corso d'anno comporterebbe notevoli aggravi procedurali per i soggetti coinvolti. Entro il 30 settembre 2021 l'Italia trasmette alla Commissione una relazione sulla situazione generale dei rimborsi IVA ai soggetti passivi interessati dalle misure di cui agli articoli 1 e 2 e, in particolare, sulla durata media della procedura di rimborso nonché sull'efficacia di tale misura e di altre misure attuate per ridurre l'evasione fiscale nei settori interessati.