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Revocato il referendum 29 marzo, sono comunque rimborsate le spese finora sostenute

Con Circolare di oggi, il Ministero dell'Interno ha comunicato la revoca del referendum del 29 marzo 2020 per il taglio del numero dei parlamentari. La Circolare è rubricata "Revoca D.P.R. 28 gennaio 2020 - Referendum popolare ai sensi dell’art. 138 Cost. - Consiglio dei Ministri del 5 marzo 2020 - Spese di organizzazione tecnica e di attuazione della consultazione referendaria del 29 marzo 2020".

Le spese sostenute dai Comuni dal 3 febbraio 2020 al 5 marzo 2020 sono dunque rimborsabili da parte dello Stato, e quindi vanno rendicontate. In particolare si tratta delle seguenti spese:

a) spese per la retribuzione di prestazioni di lavoro straordinario

In virtù delle istruzioni precedentemente fornite si dovrà calcolare la spesa sostenuta per lavoro straordinario a decorrere dal 3 febbraio e sino al 5 marzo 2020.

Si rammenta che, ai fini del rimborso, dovranno comunque applicarsi le disposizioni indicate nella menzionata circolare.

b) Spese per assunzione di personale a tempo determinato

Qualora il comune per le particolari esigenze connesse alle consultazioni in parola abbia stipulato contratti individuali per l’assunzione di personale a tempo determinato, si dovrà procedere alla risoluzione per impossibilità sopravvenuta della prestazione, in base alle norme generali in materia di risoluzione dei contratti a prestazioni corrispettive (art. 1463 cod. civ.). Il calcolo della spesa dovrà essere riferito al periodo di cui sopra.

c) Spese relative agli stampati   (o software sostitutivi), non forniti direttamente dallo Stato

Possono essere rimborsati soltanto gli stampati o eventuali prodotti software sostitutivi, strettamente indispensabili per le necessità del servizio elettorale, per i quali l’obbligazione deve essere stata perfezionata alla data del 5 marzo 2020. Detti stampati dovranno, comunque, essere utilizzati, ove possibile, per i successivi adempimenti organizzativi connessi all’emanazione del nuovo decreto di indizione della consultazione referendaria.

d) Spese per l’eventuale acquisto di cabine elettorali e di materiale di consumo vario  per le sezioni elettorali

Sono rimborsabili le spese per l’acquisto di materiale di consumo vario, ritenuto assolutamente indispensabile e le spese per l’eventuale acquisto delle cabine elettorali secondo le istruzioni fornite. In entrambi i casi l’obbligazione deve essere stata perfezionata alla data del 5 marzo 2020, fermo restando l’obbligo di riutilizzo.

e)  Spese per la propaganda elettorale

A nalogamente sono rimborsabili le spese per l’acquisto di materiale di consumo vario ritenuto indispensabile per la installazione dei tabelloni per la propaganda elettorale. A nche per tale tipologia di spese, l’obbligazione deve essere stata perfezionata alla data del 5 marzo 2020, fermo restando l’obbligo di riutilizzo.

f)  Spese postali

Sono rimborsabili le spese postali già anticipate dai comuni.

g) Ulteriori spese

Così come previsto nella già citata circolare F.L . 2/2020 potranno essere rimborsate le ulteriori spese, purché legittimamente assunte e indispensabili per l’organizzazione tecnica delle consultazioni.