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In epoca di rinvii come quella attuale, anche il rendiconto 2019 non si è sottratto,  causando tuttavia qualche problema di reimputazione agli enti che necessariamente non possono attendere i tempi di un riaccertamento ordinario scivolato a maggio.

In molti casi, per provvedere anzitempo alle necessarie reimputazioni, vengono adottati atti dirigenziali di riaccertamento parziale a cura del responsabile del servizio finanziario, previo parere dell’Organo di revisione. Il riaccertamento parziale non deve essere poi ratificato, ma solo comunicato e menzionato nella delibera di Giunta di riaccertamento ordinario.

Il problema è che talvolta il responsabile dei servizi finanziari fa atti di reimputazione che spetterebbero alla Giunta, quali la reimputazione o meglio la nuova imputazione di spesa nel caso in cui l’accertamento giuridico sia avvenuto nel 2019 mentre l’impegno, con relativa imputazione contabile slitti nel 2020 al momento dell’aggiudicazione e prima del riaccertamento ordinario. Come pure non sono corrette reimputazioni camuffate da riaccertamento ordinario che mai passerebbero "l’esame" del riaccertamento ordinario, quali alcune reimputazioni di spesa corrente finanziata da entrata corrente libera.

Ma in quali casi è possibile adottare il riaccertamento parziale? Il principio contabile All. 4/2 è preciso in tal senso; i casi sono:

1. consentire una corretta  reimputazione all’esercizio in corso di obbligazioni da incassare o pagare necessariamente prima del riaccertamento ordinario
2. consentire la tempestiva registrazione di impegni di spesa correlati ad entrate vincolate accertate nell’esercizio precedente da reimputare in considerazione dell’esigibilità riguardanti contributi a rendicontazione e operazioni di indebitamento già autorizzate e perfezionate, contabilizzate secondo l’andamento della correlata spesa.

La successiva delibera della giunta di riaccertamento dei residui prenderà atto e recepirà gli effetti dei riaccertamenti parziali