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Riforma PNRR 1.14 Federalismo fiscale, proseguono i lavori

Entro il primo trimestre 2026 deve essere completata la Riforma PNRR 1.14 – “Riforma del quadro fiscale subnazionale”. Come rilevano fonti governative (ItaliaDomani), la riforma consiste nel completamento del federalismo fiscale previsto dalla legge n. 42 del 2009, con l'obiettivo di migliorare la trasparenza delle relazioni fiscali tra i diversi livelli di governo, assegnare le risorse alle amministrazioni subnazionali sulla base di criteri oggettivi e incentivare un uso efficiente delle risorse medesime.

La riforma dovrà definire in particolare i parametri applicabili e attuare il federalismo fiscale per le regioni a statuto ordinario, le province e le città metropolitane. Tale riforma, alla quale non è associato un costo a valere sul Piano, non è connessa a specifici investimenti ma risulta abilitante e funzionale all'attuazione del PNRR nel suo complesso.

La milestone M1.C1.119 prevede l’entrata in vigore di atti di diritto primario e derivato per l'attuazione del federalismo fiscale per le regioni a statuto ordinario. La milestone M1.C1.120 prevede l’entrata in vigore di atti di diritto primario e derivato per l'attuazione del federalismo fiscale per le province e le città metropolitane.

Per quanto riguarda l’attuazione del federalismo fiscale con riferimento alle province - si legge anche nella presentazione Atto Governo n. 2876 sull’attuazione della Legge delega n. 111/2023 - da attuare entro il primo trimestre 2026 sotto il profilo normativo ed applicabile a decorrere dal 1° gennaio 2027, secondo quanto previsto dalla Riforma 1.14 della Missione 1, Componente 1, del PNRR, si ricorda che con la legge di bilancio per il 2021 è stato avviato un processo di riforma complessivo del sistema di finanziamento delle province e delle città metropolitane, che ha portato ad un nuovo assetto, assai più coerente del precedente con il disegno del federalismo fiscale e dei principi previsti nell’articolo 119 della Costituzione.

Tale nuovo assetto, revisionato anche dalla successiva legge di bilancio per il 2022, prevede la costituzione di due fondi unici perequativi separati per i due sotto-comparti (uno per le province e uno per le città metropolitane), nei quali far confluire tutti i contributi e i fondi di parte corrente già attribuiti a tali enti, con una operazione finanziariamente neutrale. Secondo un modello analogo a quello già applicato per i comuni, per il riparto dei due fondi è stato introdotto un meccanismo di perequazione che tenga progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali, con il progressivo e parallelo regresso dei criteri storici di attribuzione delle risorse. Il meccanismo è oggi operativo: nel 2022, a seguito di un intenso lavoro tecnico, la Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha definito i fabbisogni standard e le capacità fiscali delle province, così come le modalità di riparto dei due fondi perequativi, e sulla base di tale lavoro istruttorio, con decreto del Ministro dell’interno, i due fondi sono stati ripartiti per il triennio 2022-2024. Al contempo, è stato stanziato un contributo statale di 80 milioni di euro nell’anno 2022, 100 milioni per l’anno 2023, 130 milioni per l’anno 2024, via via crescente negli anni fino ad arrivare a 600 milioni di euro in via strutturale a decorrere dal 2031. Anche tale contributo, così come il contributo alla finanza pubblica ancora a carico di province e città metropolitane, viene ripartito, per entrambi i fondi, in base alla differenza tra fabbisogni standard e capacità fiscale.

La Relazione della Commissione Parlamentare per l'attuazione del Federalismo fiscale segnala che per tale comparto le problematiche attuative attengono essenzialmente all’inadeguatezza delle risorse ai fabbisogni degli enti.

I principi della legge delega prevedono, come detto, per le province e le città metropolitane l’istituzione di in un tributo proprio, destinato ad assicurare l’esercizio delle funzioni fondamentali, con adeguata manovrabilità, e la previsione di una compartecipazione a un tributo erariale di carattere generale, anche in sostituzione di tributi attualmente esistenti, nonché nella previsione di un fondo perequativo.

Ci sono novità anche per i Comuni, come ha annunciato il Ministro Economia e Finanze On. Giorgetti in una recente audizione al Senato innanzi la Commissione Parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale e come risulta anche dalla presentazione dello stesso Atto Governo n. 276 in materia di attuazione Legge delega n. 111/2023.

D’altronde, l’attuazione del federalismo fiscale per i comuni è, da ormai molti anni, quello caratterizzato dallo stadio di attuazione più avanzato. Le principali novità che si sono registrate negli ultimi anni in questo comparto sono costituite, in primo luogo, dall’introduzione, a partire dal 2020, di una maggiore gradualità nell’introduzione dei meccanismi perequativi nella distribuzione del Fondo, che prevede un incremento del 5 per cento annuo della quota percentuale del Fondo da distribuire su base perequativa, ed il raggiungimento del 100 per cento della perequazione nel 2030, anno in cui si giungerà al superamento definitivo del criterio della spesa storica. La problematica più rilevante concerne invece la progressiva riduzione delle risorse di perequazione «verticale».