Trasparenza nelle gare pubbliche prevale sui segreti commerciali
Il TAR Lazio, con la sentenza n. 14859/2025, ha pronunciato un'importante decisione in materia di accesso agli atti di gara, confermando la prevalenza del principio di trasparenza rispetto alle generiche invocazioni di segreti tecnici e commerciali da parte dei concorrenti.
La vicenda ha avuto origine dal ricorso presentato da una società, quinta classificata in una gara per l'affidamento di servizi di igiene ambientale. L'azienda aveva richiesto l'integrale ostensione del contenuto dell'offerta tecnica dei primi quattro classificati, ma si era vista opporre un diniego basato sulla presunta sussistenza di segreti tecnici e commerciali.
Il TAR ha accolto il ricorso, evidenziando come la stazione appaltante si fosse limitata a indicare genericamente di aver "accolto le richieste di oscuramento" senza fornire alcuna motivazione specifica sulle ragioni dell'esclusione dall'accesso.
La sentenza ribadisce i principi consolidati dalla giurisprudenza amministrativa: non è sufficiente una generica affermazione che determinati documenti attengano al proprio know-how aziendale. È necessario che sussista "una informazione specificatamente individuata, suscettibile di sfruttamento economico, in grado di garantire un vantaggio concorrenziale all'operatore nel mercato di riferimento e che la stessa presenti effettivi e comprovabili caratteri di segretezza oggettiva".
Come sottolineato dai Giudici, "in difetto di tali comprovabili caratteri di segretezza oggettiva, nel bilanciamento dei contrapposti interessi sottesi all'accesso agli atti, la trasparenza assoluta delle gare pubbliche è principio prevalente rispetto al know how dei singoli concorrenti".
La decisione si allinea con i più recenti orientamenti della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha chiarito come "l'amministrazione aggiudicatrice non può essere vincolata dalla semplice affermazione di un operatore economico secondo la quale le informazioni trasmesse sono riservate, ma deve esigere che tale operatore dimostri la natura realmente riservata delle informazioni alla cui divulgazione esso si oppone".
La Corte europea ha inoltre precisato che è contraria ai principi del diritto dell'Unione "una prassi delle amministrazioni aggiudicatrici consistente nell'accogliere sistematicamente le richieste di trattamento riservato motivate da segreti commerciali".
La sentenza rappresenta un'applicazione significative degli articoli 35 e 36 del decreto legislativo 36 del 2023, il nuovo Codice dei contratti pubblici. La normativa ha introdotto il cosiddetto "rito super-accelerato" per l'impugnazione delle decisioni di oscuramento, con un termine ridotto a soli dieci giorni dalla comunicazione dell'aggiudicazione.
Il TAR ha chiarito che questo rito speciale si applica a tutte le decisioni assunte sulle richieste di oscuramento, indipendentemente dai motivi per cui è formulata l'impugnazione, confermando l'orientamento verso una maggiore celerità nelle procedure di gara.
La decisione del TAR Lazio sottolinea come le Amministrazioni non possano limitarsi ad accogliere acriticamente le richieste di oscuramento formulate dai concorrenti. È necessaria una valutazione autonoma e motivata che dimostri l'effettiva sussistenza dei presupposti per la limitazione dell'accesso.
Le stazioni appaltanti devono quindi operare un bilanciamento tra le diverse esigenze in gioco, privilegiando la trasparenza quando non sussistano comprovati e specifici segreti tecnici o commerciali meritevoli di protezione.
Un aspetto interessante della sentenza riguarda l'applicazione del principio di reciprocità: anche il soggetto che richiede l'accesso deve essere disposto a rendere accessibile la propria offerta secondo gli stessi criteri.
La pronuncia del TAR Lazio si inserisce in un quadro giurisprudenziale in evoluzione, che vede un progressivo rafforzamento del principio di trasparenza nelle procedure di gara pubblica. L'orientamento consolidato della giurisprudenza amministrativa, ora confermato anche nell'applicazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, indica chiaramente la direzione verso una maggiore apertura e accessibilità degli atti di gara.
Questa tendenza risponde alle esigenze di trasparenza e concorrenza che caratterizzano il mercato degli appalti pubblici, garantendo al contempo adeguate tutele per i legittimi interessi commerciali degli operatori economici, purché adeguatamente dimostrati e motivati.
La sentenza rappresenta quindi un importante punto di riferimento per tutte le stazioni appaltanti e per gli operatori del settore, fornendo criteri chiari per il bilanciamento tra trasparenza e riservatezza nelle procedure di gara pubblica.